L'INTERVISTA

Umberto Ottaviani (IWG Italia): in provincia cresce la domanda di uffici pronti e flessibili

Il responsabile real estate per l’Italia e Malta del network spiega come grazie al lavoro ibrido nelle cosiddette città secondarie ci sia una forte richiesta di strutture flessibili con alti standard di qualità. “I nostri sono minihub, dove lavoro, relax, mente, cibo, cultura e natura convivono”

Pubblicato il 09 Mag 2023

Umberto Ottaviani, responsabile real estate per l’Italia e Malta del network IWG

Il doppio traguardo è vicino. Per il gruppo IWG, presente in Italia con i marchi Regus, Signature, Spaces, HQ e Copernico, l’obiettivo delle 100 location si intravvede già, dal momento che ad aprile 2023 il contatore ha già raggiunto quota 98. L’altro traguardo, quello dei 25 anni di presenza e costante crescita nel Paese, è già stato raggiunto.

Ne parliamo con Umberto Ottaviani, responsabile real estate per l’Italia e Malta del network IWG, una rete che – come viene spiegato nel sito di presentazione globale – ha come missione quella di aiutare milioni di persone a trascorrere una splendida giornata di lavoro. Un network dove non tramonta mai il sole, esteso nei sei continenti con 3500 location. Nel portafoglio di IWG ci sono uffici esclusivi, grandi superfici per le big corporation ma anche spazi innovativi per le piccole e media imprese, il coworking, sale meeting. Palazzi storici ed edifici all’avanguardia dove si rispettano i criteri ESG e dove la digitalizzazione, intesa non solo come domotica, è un segno distintivo.

Ottaviani, che cosa significa concretamente assicurare splendide giornate di lavoro?

Il nostro primo obiettivo è offrire dei posti di lavoro attrezzati, con un design pensato per mettere al primo posto il benessere, ben connessi, flessibili e sicuri, dove la creatività incontra l’efficienza. E a dimostrarlo è la nostra crescita. In questi 25 anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo segnato dalla pandemia, la domanda legata al lavoro ibrido è aumentata in modo significativo. Per sintetizzare possiamo dire che l’offerta non riesce a stare dietro alla domanda.

Lavoro ibrido, lo scenario è quindi più che positivo?

Il nostro Paese si sta muovendo molto in fretta in questo settore. La domanda maggiore e sulla quale ci stiamo concentrando non arriva più solo dalle grandi metropoli ma anche da città come Vercelli, Como, Pavia, Palermo, Catania e Bari o i diversi centri del Nord Est. Ovviamente continuiamo a lavorare e investire nelle grandi metropoli come Roma, Milano, Napoli, ma anche Torino e Bologna. Le soddisfazioni maggiori ci stanno però arrivando da quei centri dove, se si offre un prodotto di qualità come il nostro, si scopre che c’è una forte richiesta di uffici attrezzati, pronti per essere utilizzati in poche settimane o in pochi giorni. Nei centri della provincia italiana c’è una miniera di aziende piccole e medie che chiedono strutture all’avanguardia e che vogliono restare nel loro territorio. Del resto, la piccola e media impresa – a cominciare dalle startup – non per forza ha necessità di venire a Milano o in altre aree metropolitane, anche per andare incontro alle esigenze dei lavoratori che vogliono lavorare vicino a dove vivono e non sono più disposti ad affrontare lunghi viaggi per raggiungere l’ufficio.

Il commuting resta un problema centrale?

Non è soltanto il costo e il tempo impiegato per raggiungere un posto di lavoro, ci sono molti altri elementi come la qualità della vita, il welfare. I dipendenti chiedono soprattutto flessibilità. C’è chi ha bisogno o vuole andare in ufficio una o due volte alla settimana e chi preferisce una postazione fissa. Noi siamo in grado di offrire questo tipo di flessibilità e, con il sistema della membership, offriamo – a prezzi davvero vantaggiosi – l’accesso al nostro network globale, un ecosistema che offre postazioni di lavoro attrezzate in tutto il mondo. Le stesse aziende hanno capito i vantaggi del lavoro ibrido. Si possono risparmiare costi ingenti, ci si allarga o ci si restringe secondo i cicli dell’azienda. C’è poi chi chiede il virtual office, cioè solo una sede fisica dove ricevere la posta e avere a disposizione un centralino in grado di smistare le chiamate in arrivo. Non c’è più bisogno di avere uffici con le insegne.

IWG è un network globale. Esiste una specificità italiana?

Il modello del lavoro ibrido è ormai globale. Quello che caratterizza l’Italia è la qualità dell’offerta immobiliare. Spesso le nostre location sono all’interno di immobili storici, senza che questo ci impedisca di garantire gli stessi standard di qualità degli edifici nuovi. Gli spazi IWG sono caratterizzati sempre una connettività ad alto livello, il migliore cablaggio quando serve e la disponibilità di strutture dove ospitare i server.

Come si caratterizza l’offerta di IWG in Italia?

Come le accennavo, abbiamo diverse soluzioni a cominciare dagli uffici di fascia alta, caratterizzati dal  marchio Signature, che è un po’ la nostra offerta 5 stelle. Cresce molto anche il format Copernico. Spesso ci paragonano alle catene alberghiere e la similitudine non è sbagliata: anche noi vogliamo che i nostri clienti ci riconoscano in ogni parte del globo quando entrano in una hall. Quello che caratterizza IWG è la nostra capacità di evolvere e cambiare. Affiniamo ogni giorno la disponibilità ad ascoltare le richieste dei clienti. Recentemente abbiamo testato un sistema che utilizza l’intelligenza artificiale per generare il layout di un edificio secondo i nostri input. Una modalità innovativa che ci permette di approntare, in tempi rapidissimi, uno spazio cucito su misura.

Oltre all’uso dell’intelligenza artificiale nella progettazione, quali sono le novità per rendere gradevole uno spazio di lavoro?

In tutte le nostre strutture è molta apprezzata la qualità dell’arredamento e la sua funzionalità. Piacciono molto i tavoloni per i coworking e le isole con i divani che abbiamo creato negli spazi comuni, le caffetterie. I nostri sono minihub dove lavoro, relax, mente, cibo, cultura e natura convivono. Spazi che non hanno confini prestabiliti, ma aprono continuamente nuovi orizzonti e dove si creano delle community. Ecco forse è proprio questa una delle nostre carte vincenti: offrire spazi fortemente interconnessi, per generare community in grado di dare vita a nuove connessioni.

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Davide Banfo

Giornalista e viaggiatore curioso. Dopo aver iniziato alla Gazzetta del Popolo, ho lavorato con incarichi diversi in alcune redazioni e in diversi settori di Repubblica: Torino, Bari, Roma, Milano e poi di nuovo a Roma.

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