ITALIAN PROPTECH NETWORK

Lo sviluppo data driven del Real Estate: un’opportunità per il Proptech

L’uso dei dati permetterà di strutturare modelli previsionali che posso trovare applicazione in qualsiasi ambito del Real Estate, dagli investimenti alla manutenzione. Ed è proprio sui dati che si dovranno concentrare le Proptech

Pubblicato il 29 Lug 2021

Stefano Bellintani

Responsabile Operativo dell’Italian Proptech Network (IPN)

Photo by Lukas Blazek on Unsplash

La pervasività delle nuove tecnologie sta cominciando a restituire, anche al settore immobiliare, un patrimonio di dati, informazioni, conoscenza, amplissimo e sempre più puntuale. Questo fatto lascia presagire che nell’immediato futuro il Real Estate tenderà a perseguire strategie di sviluppo “data driven”. Ed è proprio su questo che le Proptech si dovranno concentrare.

Le tecnologie in grado di configurare concretamente nuove opportunità di business per l’industria immobiliare sono molte. Tuttavia è possibile individuare 2 ambiti “trasversali”, su tutti gli altri.

Anzitutto la possibilità di processare dati di ogni genere (dati massivi, strutturati e non, georeferenziati/localizzati), provenienti da qualsiasi fonte, nel range “Internet of Things–Internet of Everything”, per la governance dei servizi variamente intesi nonché per strutturare modelli previsionali che possono trovare applicazione in qualsiasi ambito del Real Estate (Asset, Property e Facility Management); si può andare dall’adozione di modelli finalizzati all’abbattimento del rischio di investimento immobiliare, fino alla manutenzione predittiva.

Siamo nel cosiddetto campo “Big Data Analytics” ovvero ad applicazioni del tipo “Artificial Intelligence”, che attingono dal “Machine/Deep Learning”, operanti su quantità vastissime di dati. Naturalmente stiamo parlando di modelli scalabili che attengono al singolo building così come a qualsiasi scala territoriale e che spostano il concetto di “smart building/city” a quello di “resilient building/city”.

D’altro canto bisogna attendersi che gli edifici terziari in primis, tra gli altri, saranno sempre più “imbottiti” di dispositivi IoT in grado di garantire ambienti salubri ed efficientemente “funzionanti” nonché nuove modalità di fruizione degli spazi “pay per use” e dunque nuove modalità contrattuali.

Gli edifici saranno sempre più rappresentati da gemelli digitali (digital twin) che consentiranno una “lettura” prestazionale dei building, in tempo reale. Più in generale, sarà l’Ambiente costruito e restituire un nuovo layer informativo, fatto di dati provenienti da sensori intelligenti, dai nostri device, dai social con cui interagiamo quotidianamente e dunque da noi stessi.

Vi è poi una tecnologia specifica che, molto probabilmente, si rivelerà davvero molto utile nel settore Real Estate: la Blockchain; una tecnologia che abilita l’offerta di nuovi servizi in qualsiasi ambito dell’immobiliare, certificando la bontà/qualità del dato, qualunque esso sia e qualsiasi sia la finalità.

Già oggi i processi di tokenizzazione garantiti proprio dalla Blockchain, ad esempio, configurano una nuova modalità di cartolarizzazione degli investimenti/beni immobiliari. Allo stesso tempo questa tecnologia può essere adottata per certificare la qualità dei servizi erogati in rapporto alle prestazioni prestabilite contrattualmente (SLA/KPI) e dare luogo, eventualmente, alla strutturazione di veri e propri smart contract.

Moltissime sono le applicazioni della Blockchain per i servizi immobiliari; molte già pronte e ancora solo sporadicamente attuate, moltissime da implementare e sviluppare concretamente.

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Stefano Bellintani
Responsabile Operativo dell’Italian Proptech Network (IPN)

Stefano Bellintani, professore di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano, membro del Real Estate Center (REC) del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito (DABC), Responsabile Operativo dell’Italian Proptech Network (IPN) e del Joint Research Center Proptech (JRCP) del medesimo Ateneo

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