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Metacasa, la startup che con il digitale aiuta a vendere e ristrutturare immobili

Fondata a Bologna nel 2020, Metacasa ha creato una piattaforma che unisce intelligenza artificiale e realtà virtuale per valorizzare gli immobili. Ha chiuso un seed round da 740mila euro e nel 2023 punta ad avere 500 agenzie partner

Pubblicato il 22 Feb 2023

Semplificare la vendita e l’acquisto di case puntando sull’intelligenza artificiale e sulla realtà virtuale. Si riassume in questo concetto la mission di Metacasa,  startup che ha il suo quartier generale a Bologna. Fondata nel 2022 da Sacha Gentili, ha creato una piattaforma digitale per aiutare gli operatori a riqualificare, comprare e vendere immobili, riducendo sia i rischi legati all’acquisto di case “non nuove” sia il tempo medio necessario per il processo.

Metacasa, il digitale al servizio degli immobili

Gentili, un manager toscano da anni trapiantato a Bologna con una lunga esperienza nel marketing e nel settore – sempre più dinamico ed affollato – delle ristrutturazioni, punta ad avviare una nuova fase di sviluppo di Metacasa grazie alla recente chiusura di un seed round da 740 mila euro con la partecipazione di alcuni Business Angel strategici per lo sviluppo del progetto.

“La nostra – spiega Gentili – è una piattaforma che offre diversi strumenti di valorizzazione degli immobili, tra cui un’app per effettuare scansioni 3D, una Digital Remodeling Suite per provare diverse opzioni di design ed un tool per generare un preventivo dei costi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica. È quella che noi definiamo un Super App, che non guarda non solo al B2B ma si spinge al consumatore, e che mette insieme intelligenza artificiale e realtà aumentata”.

Sacha Gentili, founder di Metacasa

L’obiettivo 2023: raggiungere 500 agenzie partner

Nel 2022 Metacasa ha realizzato oltre 300 progetti di valorizzazione immobiliare e consolidato la partnership con oltre 40 agenzie immobiliari. Nei suoi primi mesi di vista, forte di un team di 30 collaboratori, ha acquisito direttamente 11 immobili poi tutti rivenduti.

L’obiettivo per il 2023 è raggiungere quota 500 agenzie immobiliari partner per le quali la società conta di sviluppare oltre 3.000 progetti di valorizzazione. “La nostra – continua Gentili – è la risposta digitale alle classiche tre domande che si pone un acquirente quando tratta un immobile usato: come diventerà, quanto mi costa la ristrutturazione, che tempi ci vorranno? Tre domande che spesso frenano un acquirente, impantanato nei passaggi tra l’agente immobiliare, il professionista incaricato della ristrutturazione e l’impresa. La nostra App permette di vedere subito come potrebbe essere recuperato l’immobile con i rendering dei possibili interventi comprese alcune soluzioni di arredamento, calcolare i costi di ristrutturazione e contattare una o più imprese”.

I prossimi passi di Metacasa

Lo spirito “facilitatore” della startup proptech Metacasa non si ferma però qui. “Stiamo lavorando per potenziare la piattaforma in modo da produrre una brochure digitale nel giro di 24 ore da mettere a disposizione dell’agente e dell’acquirente. L’obiettivo finale è quello di far vendere un immobile ad un prezzo giusto ed in fretta”.

A dare ragione a Gentili sono infatti alcuni dati macroeconomici: nel 2021 il valore delle transazioni residenziali in Italia è stato di circa 119,5 miliardi e si stima una perdita per i venditori di 11,5 miliardi dovuta allo sconto medio che i proprietari sono costretti ad applicare per poter vendere il bene, in quanto gli acquirenti non riescono a capirne il potenziale, non sono in grado di calcolare tempi e costi di una ristrutturazione o non riescono a quantificare l’impatto positivo di una riqualificazione energetica ottimale sui costi di gestione e sull’ambiente.

E proprio su questo ultimo tema, cioè quello dell’efficienza energetica, Gentili conta molto per lo sviluppo della società: “Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Enea, il 74% del patrimonio immobiliare italiano cioè oltre 11 milioni di immobili, non raggiunge la classe energetica D e quindi dal 2033 non potrebbe più essere trattato. Per il nostro Paese, al netto delle polemiche che si sono sentite su una cosiddetta patrimoniale verde, è invece una grande opportunità. Sfruttando le regole già esistenti a cominciare dalla leva fiscale che per i privati arriva al 50%, si potrebbero creare decine di migliaia di posti di lavoro e dare una spinta irreversibile alle energie rinnovabili. Il problema è che nessuno spiega come portare un appartamento dalla classe G a quella D, che cambiare gli infissi o gli impianti è un risparmio netto e duraturo sulle bollette”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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Davide Banfo

Giornalista e viaggiatore curioso. Dopo aver iniziato alla Gazzetta del Popolo, ho lavorato con incarichi diversi in alcune redazioni e in diversi settori di Repubblica: Torino, Bari, Roma, Milano e poi di nuovo a Roma.

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