SMART CITY

10 startup cleantech italiane per la sostenibilità di immobiliare e costruzioni

Dalla depurazione dell’aria in case e uffici alla produzione di energia con il vento che soffia fra i palazzi. Le startup cleantech possono aiutare il mondo del Real Estate ad essere più innovativo e sostenibile. Ecco 10 italiane da conoscere

Pubblicato il 01 Giu 2022

Depurano l’aria che respiriamo nelle case e negli uffici. Creano nuovi sistemi per usare l’energia, le luci e l’acqua, senza sprecarli. Catturano l’energia del vento, anche quello che soffia a bassissima quota tra i palazzi, i tetti e i terrazzi delle città. Le startup cleantech sviluppano e propongono soluzioni in grado di portare innovazione e, soprattutto, sostenibilità nel mondo delle costruzioni e dell’immobiliare nell’ottica della smart city.

Proptech360 ha selezionato 10 startup italiane che operano nel cleantech tra quelle più interessanti e promettenti del panorama nazionale, che hanno molti punti in comune con la dimensione del PropTech. Eccole in rigoroso ordine alfabetico

Aura System

Ha creato la ‘foresta modulare’. Pannelli e pareti che combinano – appunto, a moduli componibili e flessibili – vegetazione e sistemi di depurazione dell’aria, nelle case, appartamenti e stanze, negli uffici, sale riunioni e open space.

Aura System è una startup milanese nata nel 2020 e specializzata nel settore dell’Air quality indoor, Air purification, Green building, Sustainable architecture e biofiltration, e ha chiuso un pre-seed da 160mila euro. Tra le varie soluzioni che uniscono Green e PropTech, realizza pareti ‘purificanti’ e traspiranti, attraverso l’integrazione di piante e sistemi di filtraggio dell’aria interna agli immobili, con l’immissione di aria pulita e purificata.

All’interno di uffici, centri direzionali, palestre, scuole, open space e spazi di co-working, Aura crea delle ‘pareti verdi’ – sempre più spesso già inserite nella progettazione dell’edificio – che riducono l’inquinamento dell’aria e l’impatto delle sostanze nocive.

Energy Dome

Energy Dome è una startup fondata nel 2019, attiva nel settore dello stoccaggio di energia elettrica su larga scala e lunga durata, che nelle fasi di sviluppo ha partecipato ai programmi di accelerazione di Plug And Play.

Nel novembre scorso ha chiuso un aumento di capitale (Series A) da 10 milioni di euro: l’azienda utilizzerà i fondi per completare l’impianto dimostrativo della CO2 Battery in Sardegna e per accelerare la crescita del business. La CO2 Battery consentirà all’energia solare ed eolica di essere disponibile 24 su 24: questa tecnologia innovativa consente di accumulare grandi quantità di energia elettrica con durate di accumulo tra 4 e 24 ore, un fattore essenziale vista la discontinuità delle fonti energetiche naturali e rinnovabili.

Diversamente dalle batterie agli ioni di litio che, nel corso della loro vita utile di soli 7-10 anni, subiscono una forte perdita di prestazione, la CO2 Battery “preserva inalterata la sua performance nei 25 anni di esercizio operativo previsto”, rimarcano gli esponenti della startup CleanTech: “di conseguenza, il costo dell’accumulo di energia sarà molto minore del corrispettivo con batterie agli ioni di litio di dimensioni simili”.

Il round di finanziamento, chiuso pochi mesi fa, è stato guidato dal venture capital italiano 360 Capital. All’operazione si sono uniti altri investitori, tra cui il programma Sustainable Impact Capital di Barclays, Novum Capital Partners, un multi-family office con sede a Ginevra, e Third Derivative, un acceleratore di CleanTech startup fondato dal Rocky Mountain Institute e New Energy Nexus.

Focal Sun

L’obiettivo di Focal Sun è produrre dalla luce solare idrogeno verde, quello meno inquinante rispetto all’idrogeno ‘grigio’ prodotto con le fonti fossili. A fondare la società nel 2020 è stato il Ceo Ugo Manfredi, fisico, esperto di tecnologie solari, inventore e imprenditore.

“Punto di partenza di questa sfida è la combinazione tra l’elettricità prodotta da un impianto fotovoltaico e un sistema elettrolizzatore modulare”, sottolineano dalla startup che ha sviluppato un sistema (Parabolic Cline Collector) che può concentrare i raggi solari 500 volte, risultando 5 volte più efficiente dei tradizionali sistemi di fotovoltaico. In sostanza, Focal Sun sviluppa tecnologie innovative per l’idrogeno verde: un’architettura di collegamento elettrico diretto tra campi fotovoltaici ed elettrolizzatori, e un sistema elettrolizzatore modulare ad alta pressione per consentire economie di scala.

Green Independence

Il nome della tecnologia creata da Green Independence è New Artificial Leaf (NAL), ovvero “nuova foglia artificiale”. Come fanno gli alberi con la fotosintesi clorofilliana, questa tecnologia può contemporaneamente produrre energia dal Sole, immagazzinare l’energia che non viene utilizzata immediatamente trasformando le acque reflue o marine in idrogeno verde, e riciclare le emissioni di CO2 producendo combustibili sintetici.

“Partiamo dall’acqua sporca o dall’acqua del mare trasformandola in acqua distillata e potabile attraverso il calore dissipato da un pannello fotovoltaico, che intanto incamera energia elettrica in modo ancora più efficiente grazie all’azione di raffreddamento garantita dall’acqua”, spiegano gli specialisti di Green Independence. Inoltre, l’energia non utilizzata viene convertita in idrogeno da una cella elettrochimica, che è in grado di trasformare l’acqua satura di CO2 in Syngas, un combustibile sintetico.

L’idea da cui è partito tutto, nel 2020, è stata di Alessandro Monticelli, un ingegnere che ha fatto ricerca tra Politecnico di Torino, Alabama e University of Illinois. Gli investitori e acceleratori Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e Plug and Play hanno dato fiducia al progetto, e anche Snam ha investito i primi 60mila euro in Green Independence.

Levante

Creare energia solare con piccoli pannelli collocabili pressoché ovunque, anche su camion e barche a vela, e che si aprono e richiudono come degli origami di silicio. È ciò che fa Levante, che ha sviluppato un pannello fotovoltaico ‘intelligente’, modulare ed estendibile per la mobilità e i contesti staccati dalla rete. Il dispositivo è portatile, realizzato in materiali riciclati, con un sistema integrato di orientamento verso il Sole.

Sara Plaga e Kim-Joar Myklebust, coppia nella vita e ora anche nell’impresa, nonché entrambi velisti, nel 2020 hanno deciso di lasciare i rispettivi lavori e di fondare Levante, vincitrice del contest per progetti green di Geco Expo, la fiera in 3D sull’ecosostenibilità, nella categoria ‘Idee e startup da sostenere’. “Portare il fotovoltaico ovunque è la nostra linea guida”, spiegano i due velisti-startupper, “adesso stiamo mostrando ai potenziali investitori il nostro progetto per ricevere soprattutto feedback e rendere il nostro prodotto quanto più utile anche per le esigenze degli altri”.

Nectaware

Prevedere i consumi di energia in tempo reale, in modo da gestirli meglio, tagliare consumi e costi energetici. È la missione che si è data Nectaware, la startup romana che ha creato ‘E4Sight’, il primo software in Europa che prevede i consumi di energia utilizzando l’intelligenza artificiale.

La piattaforma basata sull’IA fornisce agli utenti il controllo istantaneo della generazione di energia da qualsiasi impianto fotovoltaico, assieme ai dati sul consumo singolo o aggregato, ed è anche utilizzabile attraverso un’App per smartphone.

“L’uso del software E4Sight di Nectaware è in grado di generare un risparmio per l’utente finale sulla bolletta di energia elettrica fino a un 20% rispetto ai livelli precedenti, e un beneficio per gli operatori di mercato, in termini di riduzione del margine di errore previsionale, di circa il 50% rispetto ai sistemi attuali”, fanno notare i due fondatori, Fabio Patti e Michele Carrelli, due manager con esperienza nelle rinnovabili e l’obiettivo di rendere il mercato dell’energia più competitivo.

Nexton

Attraverso la tecnologia intelligente studiata e sviluppata dal team di Nexton, startup del Torinese, la rete di illuminazione pubblica nelle strade, piazze e spazi esterni diventa sostenibile, in grado di raccogliere dati e informazioni utili per migliorare la vita dei cittadini e ridurre i consumi energetici pubblici.

La soluzione hi-tech si chiama Nextlight, un connubio di hardware e software che apre a nuovi scenari e opportunità all’interno delle future Smart city. “Migliorare la vita dei cittadini contribuendo alla creazione di comunità sostenibili e connesse, attraverso l’utilizzo di una tecnologia wireless e a sensori, che riduce notevolmente il consumo di energia elettrica e l’inquinamento atmosferico e luminoso, è la nostra mission”, sottolinea Davide Tuzi, Ceo e co-fondatore di Nexton.

La tecnologia durante le ore notturne consente di avere il massimo dell’intensità luminosa in caso di presenza di veicoli o pedoni, e al contrario il minimo del dispendio energetico in caso di assenza di traffico. Tenere traccia e monitorare a distanza i consumi dei lampioni attraverso il Cloud computing “consente di raccogliere i dati ambientali, per capire la portata della riduzione del consumo di energia elettrica e di conseguenza dell’inquinamento atmosferico e luminoso”, rileva il Ceo della società: “questo perché, grazie ai sensori, le luci sui lampioni possono essere adattate in base alle esigenze, ad esempio sfruttando la massima luminosità solo al passaggio di pedoni o macchine”.

Pixies

Nell’ambito delle tecnologie applicate alle città e alle Smart city, Pixies è una startup fondata a Roma nel 2021 da Pier Paolo Ceccaranelli, che ha ideato dei robot mobili fatti in plastica riciclata e alimentati a energia solare, in grado di raccogliere e differenziare autonomamente i rifiuti, accoppiati a una panchina smart che funziona come stazione di ricarica.

“Il percorso di sviluppo che abbiamo realizzato all’interno di ZERO, l’Acceleratore Cleantech della Rete nazionale acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti, è stato fondamentale per crescere e costituisce qualcosa di unico nel panorama italiano e internazionale”, sottolinea il fondatore di Pixies, “perché si lavora con un approccio molto concreto e operativo su argomenti come decarbonizzazione e città intelligenti, che hanno molta componente tecnologica e innovativa”.

Revo

La startup milanese Revo, fondata nel 2018, ha sviluppato il sistema mOOve per piste ciclabili ecosostenibili e tecnologiche. L’innovazione di mOOve sta in un pannello modulare, prefabbricato, in plastica e gomma riciclata, che può essere collocato senza necessità di scavi o lavori stradali su qualunque superficie. Una volta posati, questi pannelli totalmente green ed ecologici, diventano percorsi ciclabili che oltre a incentivare la mobilità sostenibile, con benefici in termini di riduzione dello smog, consentono di riciclare i materiali più inquinanti in circolazione.

Dotati di sensori, illuminazione a Led integrata, connettività e segnaletica, i pannelli ideati da Revo salvaguardano la sicurezza dei ciclisti e sono anche in grado di raccogliere dati e informazioni. Attraverso alcuni sensori, infatti, l’innovativa pista ciclabile non solo segnala eventuali guasti, ma fornisce in tempo reale anche dati e informazioni ambientali sulla qualità dell’aria.

Il materiale utilizzato per le piste ciclabili mOOve si presta, poi, anche ad altri usi. I pannelli, infatti, possono essere adattati diventando all’occorrenza tappeti riscaldati antigelo, pannelli solari carrabili, colonnine di ricarica elettrica.

Windcity

Un altro ambito di applicazione delle CleanTech al Real Estate è quello del minieolico che cattura il vento in città. È il caso della Windcity di Padova, produttrice di turbine eoliche per le aree urbane, nata nel 2016 e sviluppata all’interno di Progetto Manifattura, incubatore dedicato alle tecnologie green.

Il vento in città è caratterizzato da frequenti cambi di velocità. Per questo in Windcity – società è guidata da Tommaso Morbiato, founder, Ceo e capo del settore ricerca e sviluppo – hanno pensato a un sistema a geometria variabile adatto a venti irregolari. Rispetto alle turbine convenzionali, in ambito urbano e a quote inferiori a 50 metri, il sistema a geometria variabile può raggiungere un più 80% di energia prodotta, offrendo nuove prospettive al settore del minieolico. Queste speciali turbine si regolano autonomamente e riescono a performare anche in condizioni in cui le tradizionali turbine potrebbero fermarsi.

Possibili applicazioni riguardano edifici industriali, commerciali, aree urbane ad alto transito di veicoli, come stazioni, aeroporti, autostrade, perché questi pannelli sono in grado di catturare anche la massa d’aria spostata dal movimento dei veicoli.

Il programma di sviluppo dell’Acceleratore ZERO

ZERO è l’Acceleratore Cleantech della Rete nazionale acceleratori di CDP (Cassa depositi e prestiti), lanciato lo scorso anno da CDP Venture Capital con il main partner Eni, LVenture Group, Elis e con il supporto dei corporate partner Acea, Maire Tecnimont e Microsoft.

Ora promuove la prima edizione di un Programma di sviluppo rivolto alle startup innovative del Cleantech: gli interessati possono inviare la propria candidatura attraverso il sito internet di ZERO entro il 18 giugno, le migliori idee verranno selezionate per un pitch di presentazione, ma solo 10 avranno accesso al Programma che consisterà ad esempio in: un investimento fino a 80mila euro per un equity dal 5% al 10% del capitale sociale totale; 5 mesi di accelerazione più 6 mesi come Resident post Programma; accesso ad altri canali di finanziamento dedicati agli Obiettivi di crescita sostenibile (Sustainable Development Goals); benefit relativi a servizi cloud, prototyping, SEO, marketing, supporto clienti e pagamenti; matching tra startup e Corporate del network di LVenture Group ed Elis.
Le candidature sono aperte, si cercano altre realtà e idee Cleantech per un mondo più Green e sostenibile.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. In oltre 20 anni di attività, ho lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Mi piacciono i progetti innovativi, il teatro e la cucina come una volta.

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