IL REPORT

Smart building e Smart City, a che punto siamo: il mercato IoT in Italia

Il Real Estate non è ancora tra i primi settori in cui si investe sull’Internet of Things. Nel 2023 nello Smart Building si è registrato anche un lieve calo. In crescita lo Smart Metering. Ecco i dati 2023 dell’Osservatorio del Politecnico di Milano , che segnala la necessità dell’integrazione con l’intelligenza artificiale

Pubblicato il 24 Apr 2024

Il mercato dell’IoT in Italia continua a crescere, ma a macchia di leopardo con l’area smart building che praticamente si ferma, quella smart home che vede un leggero incremento così come smart meeting e smart asset management. La crescita 2023, a guardare i dati, sono tutti legati a smart city, smart car e smart agricolture. Ma vediamo qualche dettaglio interessante per il mondo del real estate.

Nel l’Internet of Things 2023 in Italia ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022, secondo l’ultimo report dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. “Se si considera la riduzione degli incentivi legati al Piano Transizione 4.0 e al Superbonus nel corso dell’anno, il risultato è particolarmente positivo”, fa giustamente notare il direttore Giulio Salvadori.

Il mercato dell’IoT in Italia: i settori dove si investe di più

Come abbiamo anticipato,  la fetta più grande del mercato dell’IoT in Italia  è rappresentata dalla Smart Car, con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro, 18% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management) con 1,38 miliardi di euro (+1%). Nel 2023 sono stati installati altri 750.000 contatori gas connessi, portando la diffusione all’87% del parco complessivo, e 1,7 milioni contatori elettrici di seconda generazione, raggiungendo quota 71%. Novità arrivano anche sul fronte idrico, con 850.000 contatori smart installati nel 2023 (raggiunta quota 17% del totale) e prospettive di crescita per il futuro.

Smart building e Smart City: oltre 2 miliardi di investimenti

Seguono Smart Building (1,3 miliardi, -1%), Smart City (950 milioni, +15%), Smart Factory (905 milioni, +16%), Smart Home (810 milioni, + 5%), Smart Logistics (770 milioni, +8%), Smart Agricolture (570 milioni, +6%) e Smart Asset Management (330 milioni, +7%).

Quanti sono gli oggetti connessi in Italia

Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 140 milioni, poco più di 2,4 per abitante. A fine 2023 si contano 41 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2022) e 100 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+17%). Tra queste, una spinta importante arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area) che vedono una crescita significativa, passando da 2,4 milioni a 3 milioni di connessioni.

Parallelamente, l’offerta di soluzioni IoT continua a evolvere, con un numero crescente di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali è possibile integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 4 miliardi di euro (+14% vs 2022)

Le prospettive e le sfide dell’IoT in Italia

 “Una prima grande sfida da cogliere per l’IoT in Italia riguarda la valorizzazione dei dati raccolti dai dispositivi. Da un lato, l’utilizzo dei dati può migliorare le performance del business attuale tramite, ad esempio, l’efficientamento delle operations o il miglioramento dell’offerta. Dall’altro, permette alle imprese di espandere il proprio business o modificarne la natura, abilitando servizi aggiuntivi per i propri clienti e nuovi modelli di business basati sulla servitizzazione”, osserva Salvadori. “Su questi temi c’è ancora molta strada da fare, anche se iniziano ad arrivare sul mercato nuove soluzioni sempre più avanzate in grado valorizzare concretamente i dati raccolti”.

IoT e intelligenza artificiale negli ambienti domestici

“Altre due grandi sfide che il mercato dovrà affrontare riguardano l’integrazione tra IoT e Intelligenza Artificiale da un lato, e un maggior focus sulla sostenibilità (in primis ambientale) dall’altro – aggiunge Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT –. È infatti proprio grazie all’effettiva capacità di sfruttare l’enorme potenziale derivante dall’integrazione tra IoT e AI che si porranno le basi per lo sviluppo del mercato futuro, grazie a nuovi scenari di utilizzo e ai numerosi benefici derivanti dall’impiego di dispositivi sempre più intelligenti. Anche la sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione di imprese e cittadini, e l’IoT può giocare un ruolo importante. Occorre però saper sbloccare questo potenziale, con il contributo di imprese, enti regolatori e pubbliche amministrazioni”.

 L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale e – in alcuni casi – della Generative AI nelle soluzioni Internet of Things costituisce una delle sfide cruciali per i produttori di dispositivi smart. Se opportunamente colta, può generare importanti benefici sia per le aziende che per i consumatori. Ad esempio, in ambito consumer l’integrazione della Generative AI negli smart home speaker apre la strada a interazioni più intuitive, conversazionali e naturali con i dispositivi.

Oltre che negli ambienti domestici, anche nelle auto connesse la Generative AI può essere impiegata per creare automaticamente contenuti multimediali, come playlist musicali personalizzate o la diffusione di annunci vocali contestualmente rilevanti in base allo scenario di guida. Nei contesti B2b, l’Intelligenza Artificiale si configura come un valido alleato, ad esempio, durante l’installazione di asset o contatori connessi nel contesto Utility, o di macchinari industriali in quello manifatturiero. In ambito industriale, le tecnologie AI assumono un ruolo chiave anche in processi di manutenzione – specialmente quella predittiva e prescrittiva – generando avvisi e raccomandazioni in tempo reale e consentendo alle aziende di intervenire prima che si verifichino guasti critici.

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