REAL ESTATE & SOSTENIBILITÀ

La decarbonizzazione in edilizia? Un percorso che richiede più innovazione

“Il processo di riqualificazione degli edifici è ancora troppo tradizionale e necessita dell’introduzione di innovazione”, dice Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza energetica. “L’altro aspetto importante è la digitalizzazione che non può però fermarsi al cablaggio di un edificio”.

Pubblicato il 21 Mar 2023

La mission è già nel suo acronimo. L’Enea è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Una lunga storia che parte dal Dopoguerra, si intreccia alle tormentate stagioni del nucleare italiano e guarda a traguardi lontani come la road map verso il 2050 per la transizione ecologica e la decarbonizzazione in edilizia.

Una storia che ha molto a che fare con l’edilizia sostenibile e l’innovazione tecnologica. A parlarcene, in questa intervista in tempi di grandi cambiamenti introdotti dalle nuove norme europee, è l’ingegnere Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza energetica. “La centralità del settore civile nei consumi energetici finali del nostro Paese e l’obiettivo della decarbonizzazione impongono – spiega – un’azione capillare e decisa di efficientamento dello stock immobiliare italiano”.

La strada per la decarbonizzazione in edilizia

Ci sono tantissimi numeri che indicano la strada per la decarbonizzazione in edilizia, molti sono emersi dal Focus del marzo 2023 a Roma sull’efficienza energetica promosso da Fiaip, Enea e I-Ccom, a cui ha partecipato l’ingegnere Bertini. Il 70% degli immobili nuovi sono nelle prime due classi energetiche (A e B), così come si è rilevato un +10% rispetto al 2021 di immobili ristrutturati nelle migliori classi energetiche. Inoltre, il 56% del campione di circa 600 agenti immobiliari intervistati per il focus ritiene che nell’acquisto di un immobile ci sia la giusta consapevolezza dell’importanza dell’efficienza energetica, mentre il 58% ritiene che l’Ape (l’Attestato di prestazione energetica) aiuti a orientare le scelte degli utenti verso immobili di migliore qualità energetica.

Quindi per l’Enea si annuncia una stagione di grande impegno, che del resto avete già vissuto con i vari bonus edilizi e con il vostro ruolo di controllo e vigilanza.

Enea è un ente pubblico vigilato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e finalizzato alla ricerca, l’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini. Enea ha anche il ruolo di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, da sempre al fianco delle istituzioni nazionali e locali per offrire il proprio contributo tecnico scientifico e indirizzare al meglio le politiche di sostegno allo sviluppo dell’efficienza energetica nel settore residenziale. Ne sono chiari esempi il Portale nazionale sulla prestazione energetica degli edifici, che offre anche al singolo cittadino elementi utili per orientarsi sulle opportunità di investimento per il proprio immobile, e il Programma nazionale di informazione e formazione dell’efficienza energetica ‘Italia in Classe A’ che farà da volano per intercettare la domanda di innovazione sociale generata dalle politiche per la sostenibilità”.

Decarbonizzazione in edilizia, la tecnologia in aiuto

Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza energetica

Spetta quindi all’Enea il compito di convincere gli italiani nel loro complesso a investire sull’efficienza energetica e sulla decarbonizzazione in edilizia?

Possiamo dire con certezza che in questi ultimi anni la sensibilità è cresciuta come è aumentata l’alfabetizzazione legata ai vari bonus. L’efficienza energetica è un tema complesso che vede molti stakeholder coinvolti. Ci sono i proprietari ma anche i costruttori edili, ci sono gli enti locali e le amministrazioni centrali. C’è poi la tecnologia che ci viene in aiuto e che è in continua evoluzione. Come Enea cerchiamo di dare delle risposte. Pensi che il nostro sportello telematico ogni anno risponde a 10mila quesiti sui servizi informatici e a circa 20mila quesiti tecnici. Abbiamo attivato anche un risponditore automatico, un chatbot che utilizza l’intelligenza artificiale.

Laureata in ingegneria elettronica a Roma e specializzata nel settore delle nuove tecnologie per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, Ilaria Bertini non ha timori ad indicare la necessità di un profondo rinnovamento per raggiungere la decarbonizzazione in edilizia. 

Nel nostro paese bisogna accelerare e di molto il processo di riqualificazione energetica. Serve, e va detto con franchezza, un vero piano casa almeno per l’edilizia residenziale. I cittadini, i privati hanno però bisogno di norme chiare, semplici e durature. Fondamentali sono poi la leva fiscale delle detrazioni e l’intervento del capitale privato. Il nostro, come tutti sappiamo, è un paese anomalo rispetto al resto d’Europa con una quota di oltre il 70% di proprietari di casa. Bisogna trasformare questa ricchezza in un vantaggio.

Lei prima parlava di detrazioni e non la trascino nel dibattito riguardo i vari bonus e superbonus che, come Enea, avete gestito dal punto di vita tecnico mentre la parte finanziaria era affidata alla Agenzia per le entrate. Le chiedo però se il meccanismo della detrazione alla fine funziona davvero?

La detrazione è uno strumento che incentiva un intervento specie se costoso. Tuttavia, è importante cercare di focalizzare, come accennato, anche i capitali privati nel processo di riqualificazione energetica degli edifici.

Il digitale in edilizia, servono sistemi che dialoghino

Quale ruolo può avere la tecnologia, la digitalizzazione del comparto?

È una sfida affascinante con più aspetti. Il primo è quello di una tecnica costruttiva nuova, aggiornata. Il processo della riqualificazione è ancora troppo tradizionale e necessita dell’introduzione di innovazione. C’è ad esempio l’offsite construction, che prevede l’utilizzo di pannelli prefabbricati per ottimizzare i consumi. In questo settore siamo in ritardo perché non è stata ancora individuata una filiera produttiva che porterebbe posti di lavori e competenze. L’altro aspetto importante è la digitalizzazione che non può però fermarsi al cablaggio di un edificio.

Bisogna quindi fare di più in termini di digitale applicato all’edilizia?

In edilizia, e lo dico da ingegnere elettronico, vanno creati dei sistemi interfaccia che dialoghino. Non basta installare centinaia di sensori per ottimizzare i consumi legati al riscaldamento e al raffrescamento. Bisogna avere degli scambi con la rete. Ci sono poi gli aspetti relativi al cambiamento delle abitudini; infatti, non è sufficiente collegare la lavastoviglie o una lavatrice al proprio cellulare se poi non c’è nessuno che carica la macchina.

Case green, il recepimento delle direttive europee

Tornando al tema dei consumi e della decarbonizzazione legati alla Direttiva sulle case green approvato dal Parlamento europeo e che prevede per gli edifici residenziali, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033, quali sono i prossimi passi?

L’Italia ha davanti a sé molti passaggi, il primo dei quali si lega al recepimento di queste nuove norme. Vanno poi armonizzate le classi energetiche. Sono comunque previste molte deroghe dagli edifici storici a quelli tecnici anche perché bisogna tener conto che in Italia ci sono cinque zone climatiche diverse, dalle zone montane alle aree insulari.

E quali saranno i modelli più virtuosi per la decarbonizzazione in edilizia?

Il modello di sviluppo è quello che vediamo già per il settore dell’auto con l’ibrido, che si è posto l’obiettivo di liberarsi dalle fonti di energia di origine fossile per fasi. Per l’edilizia in generale e per l’industria non è così semplice. Pensiamo agli sforzi e agli investimenti necessari per alimentare un’acciaieria con fonti elettriche! Per gli appartamenti privati sono auspicabili soluzioni di riscaldamento ibride sempre che siano ben isolati e a norma.

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Davide Banfo

Giornalista e viaggiatore curioso. Dopo aver iniziato alla Gazzetta del Popolo, ho lavorato con incarichi diversi in alcune redazioni e in diversi settori di Repubblica: Torino, Bari, Roma, Milano e poi di nuovo a Roma.

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